La mia strada va in salita e in discesa pre-volo

Riscoprire e vivere il piacere come esperienza dello spirito”.

(cit. Paolo Lissoni)

L’ultimo articolo segnava un nuovo passo su una nuova strada.

Sconosciuta.

Come lo è, del resto, ogni strada che seguiamo e percorriamo. Nessun altro essere vivente ci può descrivere come sarà per noi; al massimo può dirci come ha /non ha funzionato ‘per lui’, ma mai al 100% come funzionerà per noi.

Ogni strada va iniziata, sperimentata ed – eventualmente – cambiata, o vista trasformarsi nel corso del suo sviluppo. In salita, in discesa, in “allegra pianura colorata e spensierata vista mare”.

La mia strada, al momento, ha avuto dei ‘picchi’ di interesse molto alti.

Come di consueto, gli eventi si intrecciano e si concatenano ‘alla perfezione’ e il mio essere si scopre pronto a rispondervi.

Mi focalizzo qui su un incontro avuto poco più di 2 settimane fa, a Verona, con un oncologo che io definisco ‘illuminato’. È considerato il padre della Psiconeuroendocrinoimmunologia in ambito oncologico.

Questo nome così apparentemente complesso, indica una ‘nuova’ (e antica al tempo stesso) visione dell’uomo e, soprattutto, della malattia, in cui non è possibile distinguere e separare in modo netto (anzi) le inter-connessioni tra gli aspetti psicologici, neurologici, endocrini (ghiandole che producono ormoni) e di risposta immunitaria.

Mi stavo già interessando a quest’ambito come psicologa e insegnante yoga, poco prima di ‘ammalarmi’ e avrei voluto approfondirlo: ecco, quale occasione migliore che applicarlo al mio sistema corpo-mente?

Faccio una breve (non tanto, per chi resiste!) parentesi ‘storica’ e ‘un pelo’ tecnica (sempre per chi resiste!).

Ippocrate, circa 2500 anni fa, affermava che responsabile della malattia è lo squilibrio tra gli umori del corpo.
Tale concezione è tuttora di importanza fondamentale per la PNEI (Psiconeuroendocrinoimmunologia) poiché inserisce la “costituzione” (il tipo “sanguigno”, “flemmatico”, “bilioso” e “melanconico”) come “modo di porsi nel mondo”, come i diversi modi di reagire agli agenti (cosiddetti) disfunzionali.
Ad Ippocrate si rifà anche Galeno e tale impostazione si manterrà per tutto il Medioevo e il Rinascimento.

Quando nel Seicento, con la scoperta del microscopio, la medicina afferma che l’organismo è regolato da forze meccaniche e fisico-chimiche, il filosofo Cartesio divide la realtà in res cogitans (realtà psichica) e res extensa (realtà fisica) e ciò influenzerà tutta la medicina successiva fino a fondare la medicina moderna.

Ma, si chiede Cartesio, “come possono interagire res extensa e res cogitans nell’uomo?”. Con un’intuizione avanzata per quell’epoca, propone un collegamento tra i due aspetti della realtà attraverso la “ghiandola pineale” (epifisi).

Gli studi più recenti del Prof. Paolo Lissoni, oncologo medico, ricercatore, Presidente dell’International Institute of PNEI, contribuiscono a dimostrare come l’epifisi svolga un ruolo nell’attività anticancro,

essendo stato dimostrato che sensibilità spirituale e percezione del piacere attivano l’immunità anti-tumorale, mentre lo stato ‘nevrotico’ di chiusura in sé stessi e la repressione del piacere sopprimono la risposta immunologica anti-cancro.

“Come evidenziato bene per la prima volta da Nietzsche ed in seguito dallo stesso Freud, la contrapposizione fra Piacere e Coscienza morale o addirittura fra Piacere e Conoscenza e fra Piacere e Spiritualità, rappresenta il carattere più tipico della tradizione culturale giudaico-cristiana, quando invece nessuna Filosofia, né nessuna Teologia, né nessuna Scienza potrebbero mai dimostrare la superiorità spirituale, o in termini di conoscenza, della Sofferenza rispetto al Piacere”.

E, più ancora di Freud, il suo allievo Wilhelm Reich introduce nella psicoanalisi l’osservazione e il lavoro analitico sul corpo. A sua volta, Alexander Lowen, paziente e allievo di Reich, svilupperà l’analisi bioenergetica, che considera corpo e mente come un’unità inscindibile, da lavorare per realizzare al meglio le proprie capacità di provare piacere e gioia di vivere.

Altra scoperta interessante, quella del neurologo Richard J. Davidson quando afferma che la resilienza è caratterizzata da una maggiore attivazione nella corteccia prefrontale sinistra (ndr. il punto esatto del mio tumore) rispetto alla destra: con un suo studio randomizzato, realizzato nel 2003, sugli effetti della meditazione e della mindfulness sulla funzione cerebrale e immunitaria, dimostra che già con un breve programma di meditazione ed esercizio alla consapevolezza, si ottengono effetti dimostrabili sulla funzione cerebrale e immunitaria.

La Ghiandola Pineale, scoperta più di 2300 anni fa, dai medici greci Erofilo ed Erasistrato, ci dice che gli antichi avevano già compreso il suo ruolo centrale nella regolazione della vita spirituale auto-cosciente: il nome stesso epifisi (dal greco epi-fysin) significa difatti “al di sopra della natura”.
Secondo una visione filosofica, la funzione sintetica della ghiandola pineale è quella di rendere possibile una relazione armonica:

da una parte fra singolo organismo vivente e condizione energetica dell’universo,

dall’altro fra la propria vita spirituale e il corpo biologico.

Il cancro diviene così la patologia archetipica suprema della perdita dell’unità della persona umana nella sua triade di corpo fisico, psichico e spirituale.

Tutto questo può essere sintetizzato nella formula: “Riscoprire e vivere il piacere come esperienza dello spirito”.

Questa affermazione apre alla necessità di considerare anche la tematica del piacere nelle terapie del paziente oncologico e non più del solo dolore. Infatti, essendo presente nel paziente oncologico sia la sofferenza del dolore che l’assenza di piacere, una terapia sarà efficace solo se si rivelerà in grado di curare il dolore ed indurre il piacere, o quanto meno rieducare ad esso.

In questo modo, il paziente oncologico (termine quanto meno riduzionistico se si prende la persona nel suo complesso) può essere curato in associazione ad un concomitante recupero della sensibilità spirituale, non più come fatto religioso, bensì come auto-coscienza della stessa identità ultima dell’essere umano.

Certamente la spiritualità non può clinicamente essere relegata ad una semplice aggiunta al normale iter diagnostico e terapeutico oncologico, bensì all’opposto deve contribuire a trasformare nell’intimo il senso stesso del processo di cura e di guarigione.

Purtroppo, quella di una possibile Clinica della Spiritualità è al momento attuale dell’evoluzione delle Sociologie umane null’altro se non un nuovo orizzonte.

La ricerca in merito al ruolo della ghiandola pineale potrebbe favorire una nuova cooperazione tra la filosofia e le scienze biologiche. Numerosi studi hanno dimostrato come il progressivo declino della funzione della ghiandola pineale coincida con una più frequente alterazione endocrina nei pazienti affetti da cancro. Ciò potrebbe giocare un importante ruolo nella stessa prognosi della malattia, grazie alla ben documentata azione anticancro della melatonina e delle altre qualità pineali.

La PNEI si è venuta pertanto a porre a principio di rivoluzione totale della vecchia Medicina meccanicistica ed organicistica, che divideva le patologie umane in organiche ed in psico-somatiche, quando invece la PNEI dimostra che ogni patologia è nello stesso tempo psichica e biologica, dal momento che tutto ciò che è psichico influenza lo stato biologico attraverso il sistema immunitario e tutto ciò che è chimico influenza lo stato di coscienza attraverso in particolare lo stesso sistema immunitario (essendo stato dimostrato che le citochine, proteine prodotte dalle cellule immuni, hanno effetti non solo immunitari, ma neuro-psichici ed endocrini).

Nella regolazione della integrazione fra sistema nervoso, endocrino ed immunitario un ruolo fondamentale è quello della ghiandola pineale, una delle sette fondamentali ghiandole endocrine, in quanto unico organo in grado di modulare la vita biologica in relazione alle condizioni energetiche universali, in particolare al ritmo luce/buio quale primo atto della vita ed alle condizioni magnetiche.

E’ stato dunque dimostrato che la progressione neoplastica si associa ad una concomitante progressiva riduzione della funzionalità della ghiandola pineale, la quale rappresenterebbe pertanto il principale ‘difetto endocrino’ caratterizzante la malattia tumorale. Fino a pochi anni fa l’unico ormonale pinealico studiato era costituito dalla melatonina.

Alla luce delle conoscenze attuali, quindi, l’atto terapeutico in Oncologia medica dovrà consistere innanzitutto nella correzione delle numerose anomalie immunoendocrine presenti nel paziente oncologico ed evidenziabili oggi su semplici prelievi di sangue venoso periferico, al fine di ristabilire la biochimica psiconeuroimmunologica dello stato di salute (1).

Ecco, perdonatemi questa lunga parentesi ‘un po’ tecnica’, riservata anche solo agli addetti ai lavori, offerta per illustrare quale visione si sta costruendo ‘strada facendo’ e in che modo questo incontro si inserisce nel mio percorso di “autoguarigione”.

Nella mia esperienza, l’incontro/scontro/divisione tra Eros e spiritualità ha rappresentato sia la causa del ‘mio’ squilibrio, sia, ora, la soluzione (finché ne ho tempo in vita!).

Nella mia pratica quotidiana, l’incontro tra Eros e spiritualità si manifesta in modi diversi, ciascuno di unione al Divino:

  • Canto mantra suonando il tampura (il più antico strumento della musica classica indiana), composto di sole 4 corde che vanno in risonanza (con un effetto che aumenta man mano che si canta, esprimendo devozione dal cuore, che piano piano si pulisce). Canto mantra dedicati a divinità (prevalentemente per Shiva, Saraswati, Kali e Ganesh) e il corpo, l’anima e la mente si fondono con l’energia (ovvero con tutte le qualità) di quella dea/dio, in un’unione erotica, molto purificante, a tutti i livelli (dal più fisiologico del mal di testa pulsante, al più esistenziale di abbandono dell’ego nell’unione erotica col divino).
  • Pratico yoga (attendo però- in quest’ultimo periodo- che sia “Lui” a partire) e mi lascio muovere dalla forza di gravità, unita ai miei bisogni di scioglimento e a un respiro che si fa così lento da fermarsi quasi, andando così a purificare ogni singola cellula, organo, tessuto del corpo/mente.
  • Da giugno è entrata in scena “Kundalini”, energia erotica sublime che può agire sia manifestandosi fuori (nello scuotimento ‘autosufficiente’ ed ‘intelligente’ di ogni parte del corpo), sia come un fuoco interno che lavora attraverso il flusso del respiro. Di Lei vi ho già parlato, non mi dilungo, se non per dire che rispetto a quest’estate, in quest’ultimo mese arriva con lieve meno frequenza (è una pratica che consuma molta energia e, terminate le uscite/entrate al mare, sento i muscoli in dimagrimento e cerco di non consumarli troppo!), a volte ‘salta’ uno o più giorni. Forse in quest’ultimo mese ‘sceglie di scuotermi meno da fuori’ (anche se capita spesso) e di ‘lavorarmi da dentro’.
  • Medito, molto e sempre di più. La meditazione è strumento-regina per i momenti di ‘emergenza mal di testa’, in cui non riesco a muovere il corpo e nell’immobilità c’è sempre un sottofondo meditativo profondissimo che agisce a livello sottile per ‘sciogliere’ le tensioni. A volte – spesso, se guardo gli ultimi 10 anni- sento la materia dell’ambiente attorno a me che si riassesta giusto un attimo prima del mio squilibrio interno (parlo di squilibri a livello osseo e muscolare, prevalentemente nella cavità cranica e gola): può essere un foglio, accartocciato mezz’ora prima, che sia ‘scartoccia’, può essere un muro portante che dà una scarica verso terra, finestre che si assestano, etc. ; tutto questo accade senza che io mi scomponga da ciò che sto facendo, ad occhi chiusi e magari con la testa chinata da un lato o in avanti o indietro…
  • Sto in natura (un pò meno purtroppo negli ultimi 10 giorni) e provo a fondermi nella sua bellezza ed armonia, lasciandomene nutrire e dedicandole il mio pieno rispetto e reverenza.
  • “Lavoricchio” (rispetto al mio passato, molto meno ma) il giusto che basta per nutrirmi nel connettermi con l’Anima del paziente e parlarLe.
  • Nell’ultimo periodo ho ripreso pratiche di QI Gong delle emozioni e di Massaggio taoista (sempre unito all’ayurvedico quando si amplia, ‘sale’ e ‘scende’).
  • Amici (pochi, ma buoni!) che riescono (questo lo farebbero in molti di più ma io son solitaria in questo periodo!) a tirar fuori le mie ‘essenze’, quindi mi attivano in quella dimensione di amicizia che per me è sempre stata un valore portante.
  • Famiglia: si sprigiona un senso di amore e di stabilità in famiglia, da quando (specie) è avvenuto il ricovero d’urgenza di fine gennaio 2021. In più, i miei stanno entrando ora nel giro di boa della ‘vecchiaia’ (non vergogniamoci di dirlo, così come non vergogniamoci di parlare di morte!) e vedo che posso svolgere una parte importante in questo.
  • Se ‘compaiono’ presenze maschili (e, soprattutto, Oltre!) sul percorso di guarigione sono ben accolte! Con queste in particolare posso applicare tutti i principi della PNEI di Lissoni, dalle coccole in su!

 

La mia decisione, quindi, rimane la stessa del mese scorso, ovvero procedere su questa via e tenermi l’operazione chirurgica come ‘ultima spiaggia’, per quanto venerdì mattina avrei un appuntamento a Neurochirurgia ad Ancona e immagino ‘spingano’ per avere una data per operarmi. Vi farò saper.

 

Quella della PNEI è sintesi, cioè tutte le sapienze riferite all’essere umano – medicina, psicologia e filosofia, teologia, sociologia, sessuologia e giurisprudenza – devono riconoscere una verità identica. Ecco la PNEI pone questa verità, ovvero che il corpo umano è strutturato dall’amore, per l’amore e in funzione dell’amore. La PNEI rende scienza ciò che un tempo era o poesia, o teologia o filosofia.

 

 

1) In sintesi, la mancata risposta immunobiologica antitumorale, responsabile dell’evoluzione dalla singola cellula maligna alla malattia cancro, dipenderebbe sia dall’esistenza di cellule immunitarie provviste di attività immunosoppressiva (in particolare i macrofagi ed i linfociti TH2), sia dalla presenza nel paziente di una condizione endocrina alterata in senso pro-tumorale, conseguenza questa a sua volta almeno in parte di un particolare vissuto disarmonico psicospirituale.

Approfondimenti:

https://www.milanomeravigliosa.it/intervista-al-medico-milanese-paolo-lissoni-sul-covid-19-e-la-ricomposizione-delluomo-e-della-scienza-terza-e-ultima-parte/

 

https://www.pnei.it/blog/curarsi-pnei/glioblastoma-lapproccio-pnei-allunga-la-vita/

 

https://www.pnei.it/blog/la-ricerca-e-la-pnei/principi-psicoterapia-spirituale-nei-pazienti-neoplasia-maligna-avanzata/

 

https://www.pnei.it/blog/curarsi-pnei/ruolo-centrale-della-ghiandola-pineale-nella-psico-neuro-endocrino-immunologia-pnei-nella-cura-delle-malattie-sistemiche/

 

https://www.pnei.it/blog/la-ricerca-e-la-pnei/antefatti-storici-allapproccio-pnei-in-oncologia/