Non ci sono errori né coincidenze. Tutti gli eventi sono benedizioni dateci per imparare.
Elisabeth Kübler Ross
Il 31 gennaio del 2021 (mentre in contemporanea a Udine venivano consegnati i diplomi del Master in Meditazione e Neuroscienze appena terminato, per il quale avevo elaborato una tesi sperimentale sull’efficacia dello yoga e la meditazione con pazienti oncologici), venivo ricoverata d’urgenza all’Ospedale di Torrette di Ancona, per un glioblastoma di IV grado (= tumore al cervello della max. aggressività) ed operata d’urgenza il successivo 5 febbraio.
La tesi del master (e non solo quella…) si era appena trasformata in esperienza pura, da sperimentare direttamente sul mio corpo, nella mia mente e nella mia Vita!
È stato bellissimo.
Fino a qualche ora prima, giacevo sopita sul mio letto di Padova: il corpo e la mente non avevano ancora a disposizione nomi per etichettare l’esperienza, ma la mia coscienza (scoprirò qualche mese più tardi rientrando a Padova e rileggendo i miei scritti di quel periodo) SI’.
La coscienza del corpo sapeva, e scriveva.
La coscienza del corpo, Sa e guarisce. Se solo (re)impariamo a sentirla.
Io so solo che ero tranquilla, per nulla allarmata da quella ‘sinusite’ (Sì, questa era la diagnosi che avevo da 1 mese) che, in effetti, tutti mi dicevano essere ‘tremenda’ ed io che non l’avevo mai avuta, dicevo “eh sì, abbastanza tremenda direi questa sinusite!” (mal di testa e senso di muco attorno al naso e agli occhi e progressivo stordimento, i sintomi).
Quel tumore, dissero poi approfondendo l’esame istologico, mi albergava in testa da ‘tanti anni’ (non sanno dire da quanti anni, loro. Io, poi, l’ho ricostruito con esattezza: 16, dai miei 25 anni) e ‘improvvisamente’, con la velocità di crescita che lo contraddistingue, si è trasformato in ‘maligno’, galoppando con la massima aggressività fino a coprire l’intero lobo frontale sinistro, scavallando la linea mediana dell’encefalo e pronto a galoppare alla massima potenza verso il lobo frontale destro!
Infausta, la prognosi. Crudele, il tempo di vita comunicato ai miei cari: massimo 7 mesi di vita.
Beh, tanto per iniziare, devo dire che non è male essere morta già da 1 anno!
E, davvero, al di là dell’ironia che mi riempie la pancia, il cuore, la gola e la testa, che si chiarirà strada facendo col blog, davvero non è male esser morta 1 anno fa.
È proprio così che l’ho vissuta. Una morte – bellissima- e una rinascita – altrettanto bella e ancora in corso.
Si muore e si rinasce di continuo in vita, se ‘solo’ lo si vuole. E anche se non lo si ‘vuole’ 😉
È in questo senso che posso affermare che è stato bellissimo, perché mentre ero stesa a letto nel pre e post operatorio, guardavo tutti gli eventi che scorrevano fluidi come un film già noto, in perfetto tempismo sincronico ed abbagliante chiarezza. E sorridevo, dentro e fuori, celebrando la Vita e il suo essere Maestra eccelsa.
Il tumore come un messaggio divino: la mia prima risposta interiore, di fronte alla diagnosi, è stata (sorridendo col cuore e con gli occhi): Sì, ho capito, grazie!!
Gratitudine e chiarezza, questi i principali vissuti di quei giorni. E gran risate (interiori e non) nel godere dell’ironia di come tutto fosse perfettamente interconnesso.
La comprensione profonda e chiara come il fuoco avuta il giorno della diagnosi, continua e si precisa ogni giorno, non è che capito una volta sei apposto così! Il lavoro, l’osservazione, l’impegno a comprendere a fondo, al di là delle apparenze e delle consuetudini e dei condizionamenti sociali e culturali, sono continui e richiedono perseveranza e pazienza (anche di stare nel caos, nella confusione, nella fragilità, nel non sapere – in realtà, mai- come andranno le cose).
Mai messaggio fu più chiaro di quello, mai sincronia fu più perfetta: passato presente e futuro si erano fusi così alla perfezione in un estratto concentrato di sapienza dal dolce sapore.
Gratitudine e chiarezza, i principali vissuti di quei giorni e di quel periodo. E consapevolezza che qualcosa di grande, di maestoso e che può fare onore anziché portar con sé vergogna o dramma, stava scivolando tra le mie mani e che, a seconda di come l’avrei lavorato, avrebbe potuto trasformarsi in qualcosa di davvero prezioso, per me e, potenzialmente, per tutti, vicini e lontani.
Per la prima volta nella mia vita, ho sentito inequivocabilmente che ero seduta ( stesa per lo più, in quel periodo!) esattamente al mio posto, con i miei piedi (che ancora non reggevano la posizione eretta!) e la mia persona che avrebbero finalmente compiuto il cammino per cui sono venuta qui e per il quale ogni singola scelta compiuta in questa mia vita (di crescita personale, formativa e professionale) pareva e continua a sembrare ‘fatta apposta’ per giungere un giorno ad affrontare ciò che sto vivendo.
Le evoluzioni mediche, personali, conoscitive che hanno caratterizzato il successivo anno e mezzo, a partire da quel magico e surreale ricovero, fino ad oggi – agosto 2022-, in cui di nuovo ho ricevuto una prognosi infausta che non mi vedrebbe superare l’autunno in arrivo,
mi portano alla decisione di condividere questa esperienza come un dono, per chi lo saprà (e lo potrà) cogliere,
mettendola a disposizione e mettendomi a disposizione, come persona e come professionista.
Se dovessi definire un orizzonte di obiettivi per questo Blog, per ora, direi:
Dare un’opportunità alle persone di questa società di:
- de-strutturare il modo in cui il nostro corpo e la nostra mente si sono abituati ad ammalarsi e a concepire la ‘malattia’, un modo ormai automatico che la nostra società, coi suoi servizi e sistemi, trasmette e mantiene
- saper vedere e riconoscere la paura della morte insita in tutto e tutti, ‘grazie’ a condizionamenti sociali e culturali ormai entrati in profondità nella memoria delle cellule e che rientrano nel bagaglio dell’inconscio collettivo da cui tutti ‘peschiamo’, anche senza accorgercene
- costruire/recuperare (da antichi saperi) un modo d’Essere che sappia andare al di là delle possibilità di guarigione ‘finite’ e ‘pre – definite’ dalle istituzioni mediche, scientifiche e politiche, che rischiano di condizionarci, limitando le nostre potenzialità di auto – guarigione (individuali) e di evoluzione (collettiva).
Per chi avrà voglia di accompagnarmi in questo viaggio nella Vita (e nella Morte), lo spazio-tempo di lavoro di questo Blog, sarà formato da racconti di esperienze vissute in prima persona lungo la storia clinica di questo ‘tumore’ e, se dovrà essere, arriveranno proposte di progetti e servizi che, nel tempo, potranno ispirarmi come psicologa, come insegnante di yoga e meditazione e come ricercatrice del potenziale, prezioso e ‘segreto’, nascosto in ciascuno di Noi.