Esperienza con Minori

In questo servizio ho lavorato come operatrice per più di 10 anni e non smetterò mai di ringraziare tale esperienza, grazie alla quale ho sentito di avere la responsabilità di costruire opportunità evolutive per minori che erano destinati, dalle istituzioni stesse, al fallimento di ogni progetto di vita integrabile nella società. Qui ho imparato che nessuna sfida è impossibile a livello tecnico e che la qualità della relazione con un minore che crede di non avere speranze, costruisce strade prima non contemplabili, rendendo possibile: la conclusione del percorso scolastico, l’inserimento lavorativo, la capacità di stare in un gruppo di pari, di vivere in armonia in famiglia, di esprimere i propri talenti. La questione che resta insoluta è che il pubblico ha progressivamente e, in particolare in Veneto negli ultimi anni, disinvestito dai servizi privati offerti dalle imprese sociali, soffocando così gli Operatori del pubblico nell’insostenibilità di gestire l’insieme delle richieste e segnalazioni di rischio in arrivo. Posso dire di avere l’onore di aver lavorato in un progetto unico che non ha eguali, che consentiva spesso di evitare l’allontanamento del minore dal proprio domicilio, o, laddove necessario per situazioni di tutela, di aiutare l’inserimento in comunità residenziali per minori o in progetti di adozione o affidamento famigliari, che, viceversa, senza un accompagnamento professionale e coordinato, sarebbero falliti in tempi brevi. La strutturazione di un intervento di tale complessità, che lavora su tutto il contesto (famigliare, amicale, scolastico, lavorativo, economico, comunicativo) ha un costo e richiede un lavoro di equipe quasi quotidiano (con un’intensità pari quindi a un intervento residenziale, ma con costi e durata minori), non sostenibile da una committenza privata (le famiglie dovrebbero ora pagarsi almeno il 70% dell’intervento). La chiusura quindi dei “rubinetti” della Regione nei confronti di tale sperimentazione, molto apprezzata dal 2003 da Dirigenti e Operatori ULSS e dai ruoli dei Servizi sociali comunali di tutte le Province venete, ha comportato il termine del servizio, in corrispondenza temporale con la riorganizzazione della Azienda 0, che ha realizzato rilevanti tagli al privato e mancate riassunzioni di personale interno all’Azienda in pensione o malattia.

Resta un’esperienza clinica di grande valore, replicabile nei suoi principi ispiratori, in particolare la possibilità di un lavoro domiciliare con i giovani, di ampliamento della loro vita sociale e costruzione di un orientamento scolastico e lavorativo.